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CBFAMILY: Bertino Corgiat Ruffato


CBFAMILY: Bertino Corgiat Ruffato

Il mese di aprile è stato particolarmente intenso per la prima squadra del Collegno Basket e per tutto il settore giovanile. In particolare, però, tre ragazzi dell’Under 14 Elite hanno vissuto il sogno e l’enorme gratificazione di essere selezionati nella rappresentativa piemontese che ha disputato il Trofeo delle Regioni: Thomas Bertino e Pietro Ruffato hanno fatto parte della spedizione che si è recata a Roseto degli Abruzzi, mentre Giorgio Corgiat è stato convocato come riserva a casa. Ecco le emozioni di questi tre ‘Leoncini’, che tra speranze e aspettative stano vivendo una stagione indimenticabile.

Thomas Bertino

Tanti ragazzi avrebbero sognato di vivere un’esperienza come la vostra al Trofeo delle Regioni. Com’è andata?

E’ andata bene. Personalmente ho trovato spazio partita per partita e credo di aver giocato in maniera soddisfacente. Purtroppo il risultato finale non è stato quello che speravamo, ma penso che come squadra abbiamo fatto degli ottimi passi avanti nel corso della manifestazione. Il livello tecnico e fisico era molto alto, con tutte le formazioni intense per 40 minuti e lucide nei momenti finali. In definitiva è stata davvero una bella esperienza”.

Parlando invece di te e del Collegno Basket, ti senti migliorato nel corso di quest’annata? E la squadra Under 14 Elite?

Nel corso dell’anno credo di essere migliorato molto, sia dal punto di vista tecnico, sia nell’aggressività. Il campionato sta andando bene nel complesso: non abbiamo sempre esattamente i risultati che vorremmo, ma penso che con la volontà di tutti possiamo fare grandi cose”.

Giorgio Corgiat

Se tre ragazzi della squadra Under 14 Elite sono entrati nel giro della rappresentativa piemontese senza dubbio il merito è vostro, ma anche del lavoro svolto con coach Leccia e i compagni. Come sono i vostri allenamenti?

Senza dubbio il merito è del lavoro svolto quotidianamente in palestra. Gli allenamenti sono molto intensi e fin dal primo giorno che sono arrivato in questa società ho trovato un gruppo molto unito e disponibile, che nel corso dell’anno è diventato sempre più squadra, sotto la guida di coach Leccia e del vice-allenatore Enzo Pinto”.

Avete vissuto delle belle esperienze in giro per l’Italia e addirittura in Svizzera per numerosi tornei nazionali e internazionali. Qual è il ricordo più bello di quest’anno?

Quest’anno abbiamo avuto la fortuna di partecipare a tornei di altissimo livello, come quello in Svizzera e quello in Liguria, durante cui ci siamo confrontati con squadre importanti. Penso che siano state esperienze positive, grazie alle quali siamo cresciuti molto, anche se avremmo potuto fare ancora meglio. Questi tornei ci sono serviti anche a diventare un gruppo più unito, all’interno del quale mi sono divertito molto. Il ricordo più bello di quest’anno, per adesso è stato la vittoria del titolo regionale ‘Join the Game’, con la qualificazione alle finali nazionali”.

Pietro Ruffato

Dopo la convocazione nella rappresentativa regionale, è arrivata anche quella prestigiosissima per un raduno della Nazionale. Che emozione è vestire la maglia azzurra?

È stato meraviglioso indossare una maglia con su scritto ‘Piemonte’ e rappresentare una regione così grande e con così tanti ragazzi al proprio interno. Penso che la convocazione al raduno nazionale mi abbia affascinato fin da subito principalmente perché proprio la Nazionale è sempre stato un sogno per me e tale rimarrà. Il mio primo obiettivo è stato di divertirmi, sperando anche di fare un’ottima figura in campo e di mettere in atto le mie capacità. Indossare la maglia Azzurra è tutto per me e, anche se solo per un raduno, è stato davvero un sogno realizzato. Pensare di poter rappresentare una nazione come l’Italia mi ha letteralmente tolto le parole di bocca”.

Oltre che un onore, queste due convocazioni sono anche una responsabilità. Lo sai che adesso dovrai lavorare ancora più duramente per dare l’esempio e dimostrare che non ti sei montato la testa, vero?

Lo dico sempre e lo continuerò a ripetere: a me non piace l’idea di montarmi la testa, anzi è una cosa che non sopporto. E’ vero, dovrò lavorare più duramente, ma non per far vedere che non mi sono montato la testa, bensì per dimostrare chi sono”.

Gianluca Tartamella